lunedì 28 gennaio 2013

C'era una volta

C'era una volta...alle falde dell'Appennino, ai piedi del monte Giove, lungo le antiche strade di comunicazione tra lo stato Pontificio e il Granducato di Toscana, un mirabile castello, con torri, logge, il giardino, la cinta muraria e quant'altro si addice ad un vero castello.
E c'è ancora...solo che ora è diventato museo di se stesso! un raro esempio di dimora storica quasi integra.
Il castello della famiglia Bufalini ha accolto ieri tanti bambini curiosi, venuti a giocare alle dame e i cavalieri.

Sono le "avventure" della cooperativa Il Poliedro, che da tempi immemori oramai sfida le leggi austere delle varie sopraintendenze ai beni culturali e apre i musei a quei "draghi" dei bambini"!
Questi arrivano in quantità, armati di matite e pennarelli, e pretendono di conoscere ogni angolo del castello! Anche in giardino oserebbero addentrarsi nel labirinto! Fanno un sacco di domande ... impertinenti sulla ricchezza di questi signori Bufalini e si confrontano con essi, hanno l'ardore di dire che la loro cameretta è molto più bella e accogliente di quella del marchese tal dei tali!
Beh ovviamente sto scherzando..ma tante cose ieri mi hanno fatto sorridere durante la visita!
Tante cose mi hanno meravigliato molto positivamente!

Ad esempio, questi ragazzi, che abitualmente partecipano agli eventi organizzati dal Poliedro in giro per musei e città, oramai si conoscono bene tra di loro, sono una tribù! E hanno molta confidenza anche con le operatrici: Elisa, Isabella non hanno più segreti per loro!
Sono attenti ed esperti, riescono a fare connessioni fra quello che imparano da una domenica all'altra, conoscono le regole del gioco, rispettano ciò che hanno attorno e chi hanno attorno! Maneggiano i concetti base di architettura medievale e rinascimentale, se la cavano con le torri, i ponti levatoi, gli scaloni, i loggiati...cos'è un affresco? chiedetelo a loro! Dei, semidei e personaggi mitologici ... li conoscono meglio degli eroi dei fumetti! Stemmi, simboli, allegorie e varie iconografie ve li trovano anche nelle miniature!
Impressionante.

Con la loro leggerezza, interrogano Elisa e Isabella!
Mi piacciono questi bambini curiosi!

Trascorrono due ore, Davide e Olivia ( i miei bambini ) se ne vanno con il loro vestito da dama e cavaliere e con una richiesta: vogliono tornare perchè non hanno visto l'albero parlante! E chissà la prossima volta quali altre storie ci racconterà! 
Clicca sulla galleria fotografica qui sotto per vedere altre immagini.
C'era una volta...castello Bufalini

martedì 22 gennaio 2013

Il fiore dei tempi

A forza di inventarmi ogni volta una domenica diversa per i bambini, sto imparando molte cose nuove anche io e molte curiosità sulla nostra regione.
Ad esempio, quanti sanno che il Barbanera, il più celebre lunario d'Italia, vecchio più di 250 anni, è nato a Foligno ?
La scorsa domenica abbiamo partecipato ai laboratori creativi organizzati da Inartem presso il Museo dell'Olivo e dell'Olio di Torgiano; in occasione della mostra Il fiore dei tempi - l'Italia che cambia negli almanacchi Barbanera ( 1950 - 1980), i bambini hanno lavorato alla realizzazione pratica di un calendario...un pomeriggio dedicato al tempo, grande protagonista, il tempo che passa, quello che torna e che, a chi saprà coglierlo, potrà mettere a disposizione il suo più bel fiore ( citazione. uff. stampa mostra).
L'introduzione al laboratorio è molto affascinante e ci porta indietro nel tempo di 250 anni ( il primo almanacco uscì dalla stamperia folignate nel 1762) e in una dimensione fantastica a metà fra la storia e la leggenda.
Saggio, filosofo e astronomo. Tutto questo si dice di Barbanera. La figura è chiaramente quella del solitario astronomo-astrologo misuratore del tempo che osserva le stelle per dedurre, dai loro ciclici movimenti, il ritmo dell'anno e le previsioni di pratica utilità.
Sempre ritratto con i suoi strumenti di misura: il telescopio e il compasso, tradizione vuole che Barbanera sia veramente vissuto a Foligno. Cresciuto in una numerosa famiglia, andò giovanissimo a studiare in convento. Ben presto però, spinto da una forte vocazione eremitale, lasciò la vita monastica per isolarsi e dedicarsi alla contemplazione del cielo. D'altro canto già in epoca medievale prima di lui altri, negli stessi luoghi, si cimentavano nella lettura del..futuro...vivendo fra i monti ( da cui la denominazione Monti Sibillini), più stregoni però che scienziati come era invece Barbanera.

La costruzione del nostro calendario procede dopo altre evocazioni sulla luna e le sue fasi, l'arte del coltivare, le feste pagane e religiose, l'alimentazione e qunt'altro gravita attorno al concetto di tempo.

Io seguo le fasi della lavorazione in cui si cimenta Giosuè...
ma la testa mi rimane su questa storia:
Uscito dalla stamperia di Pompeo Campana, con la bisaccia stretta al corpo, il venditore raggiunse con passo rapido Piazza Grande. Brulicante di gente, la Piazza accoglieva quel giorno i banchi della Fiera di Santo Manno. Era il 15 settembre del 1761. Tra mercanzie di ogni genere, broccati e monili,  l'ambulante decise di attendere il momento migliore per tirare fuori quel carico per lui tanto prezioso. Una giornata calda e limpida aveva infatti spinto compratori e curiosi, di Foligno e di fuori città, a trascorrere alla fiera le prime ore del mattino. La campana della Cattedrale batté le dieci. All'ultimo rintocco un richiamo attraversò l'aria: Barbanera! Barbanera di Foligno! Santi, fiere, tempo e lune. E per tutti, il Discorso generale del famoso Barbanera, per l'anno 1762"…