domenica 5 maggio 2013

Perugia e la sua via delle acque. Un'escursione a Monte Pacciano.

 
Oggi vi racconto storie d'acqua sulla mia città: Perugia. Una storia che risale all'epoca medievale, per quanto altrettanto interessante sarebbe parlare di come la città si organizzava nel periodo etrusco e romano per l'adduzione dell'acqua, ma la storia di oggi risale al 1254 quando il Consiglio Generale del Popolo del prosperoso Comune di Perugia decise di realizzare in piazza San Lorenzo ( l'attuale Piazza IV Novembre) una grandiosa fonte ( la Fontana Maggiore) unitamente al relativo acquedotto di adduzione. La fontana è il simbolo della città e chiunque la visiti ne va a conoscere la grandiosa opera artistica, ma io mi sono incuriosita all'aspetto idraulico e ho voluto seguire la via che le acque fanno dalle sorgenti alla città. Il progetto di riunire le sorgenti di Monte Pacciano, di costruire le necessarie cisterne e l'acquedotto fino alla città fu affidato a Fra Bevignate e all'ingegnere idraulico Boninsegna Veneziano.
Abbiamo fatto un’escursione lungo questo itinerario appassionandoci a …cosa c’è dietro al rubinetto di casa, eh sì perchè in realtà i conservoni di Monte Pacciano sono ancora usati oggi come riserva d’emergenza nei periodi di siccità. 

L’escursione si può effettuare in 3 fasi:



-        un trekking ad anello nella zona di MontePacciano nei luoghi della sorgente della Barigiana, della Conserva delle Vene, dei Conservoni Vecchi con relativa visita al museo delle acque. ( 3 - 4 ore)




-        un itinerario lungo il tracciato dell’acquedotto che attraversa la Valle della Conca: Sant’Orfeto, San Marco, Montegrillo, Ponte D’Oddi, fino al Monastero di Monteripido ( questo noi l’abbiamo effettuuato in macchina fermandoci nei luoghi panoramici in cui sono visibili le arcate dell’acquedotto, 30 minuti)




- la visita in città: si entra a Perugia per la Porta del Cassero e si arriva fino alla Fontana Maggiore passando per la famosissima Via dell'acquedotto. ( permanenza a scelta)









L'escursione inizia in prossimità della Conserva delle Vene ( in località San Marco, si seguono le indicazioni per monte Pacciano - museo delle acque), si trova un piccolo parcheggio dove si può lasciare la macchina e iniziare la camminata. 
Il bosco si alterna alle radure,  quando si giunge ad un'area nuda, incolta, assai ampia denominata Posto Bello ci si apre un panorama superbo su gran parte della catena appenninica, la media valle del Tevere, il Monte Subasio e tutta Perugia. Poi, più vicini si vedono Montenero, Montebagnolo, Montelaguardia e sulla destra chiude ancora Perugia, che si distende in tutta la sua bellezza medievale, facendo capolino tra le verdi colline.
A seguire in direzione di Montenero, Montebagnolo e Montelaguardia ci si inoltra in un bosco misto di conifere e di querce caducifoglie fino a che sbuca alla vista, vicina e imponente,
la sagoma del Monte Tezio in primissimo piano. Ora ci troviamo in un contesto di aree agricole con la presenza di qualche casale e da qui si può concludere l'anello in vari modi: si può proseguire fino alla Rabatta oppure riaddentrarsi nel  bosco godendosi le numerose specie arboree quali cerro, roverella, carpino, acero, corbezzolo e castagno ( noi abbiamo fatto così) giungendo in entrambe i percorsi ai vecchi conservoni e alla vecchia casa del custode delle acque che impediva furti e avvelenamenti e che ora è un museo.


La visita al museo delle acque ( aperto da maggio a settembre le mattine di  sab e dom) è molto interessante soprattutto per chi cammina con bambini, il museo è organizzato in due sezioni: una curata dal POST dedicata all'acqua come risorsa e l'altra dedicata a questa grande storia dei conservoni e dell'acquedotto di Perugia. Gli appassionati della storia di Perugia, potranno conoscere molte informazioni e aneddoti tra cui il più sorprendente è sicuramnete il fatto che l'acquedotto fu danneggiato per mano dell’uomo ( hanno dovuto ricostruirlo interamente 2 volte nel 1317 e nel 1884); molti infatti depredavano l’acquedotto per procurarsi il piombo delle tubature o addirittura ne deviavano il corso per garantirsi l’acqua sufficiente a irrigare i propri terreni. Nel 1641, ad esempio, si scoprì come il normale afflusso di acqua fosse impedito da tre diversi conventi di clausura della città, e in special modo dalle monache del convento di sant’Antonio di Padova.
Il museo aiuta a capire anche la natura delle acque conservate nei vari serbatoi: ce ne sono sorgive ( quelle della Conserva delle vene) e ce ne sono piovane ( quelle del Conservone Vecchio), un escursionista attento può intuirlo anche prima di apprenderlo all'interno del museo: il terreno della zona di Monte Pacciano è sabbioso, di tipo alluvionale quindi permeabile e presuppone un acquifero per porosità, invece il vicinissimo Monte Tezio è di origine calcarea e pertanto permette un acquifero per fessurazione dando origine alle sorgenti ( del Faggeto e della Barigiana).

Terminata la visita al museo, si può ripartire con la macchina sul percorso dell'acquedotto.
Sorprendono le arcate di Monte Spinello, le più alte, ne sono visibili 4 e per più di metà dell'altezza sono coperte di vegetazione.





Quando giungiamo in prossimità della porta del Cassero di Perugia, entriamo e andiamo a rivedere con occhi diversi la via delle scalette dell'acquedotto e la fontana, che se pur ce l'abbiamo davanti tutti i giorni non l'avevamo mai considerate da questo punto di vista.

Guarda altre foto dell'escursione.

 

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