domenica 23 marzo 2014

Quella tentazione irresistibile di calcare la scaena...

Poco conta se molti penseranno che siamo degli esibizionisti... io faccio così quando voglio far conoscere ai bambini come è fatto un teatro antico, greco o romano che sia!

Li esorto a calcare la scaena, per l'appunto!
E' un istinto naturale quello che ti prende quando ti trovi di fronte ai resti di un teatro antico a cielo aperto, saltare su ed esibirti, assumere posizioni plastiche, abbracciare l'orizzonte rotondo che ti appare davanti e goderti lo scenario naturale che è il vero spettacolo al quale ti trovi ad assistere!

Così mentre loro si divertono a fare gli attori, io gli ricordo i nomi degli elementi architettonici fodamentali: la scaena, il proscenio, la cavea, l'orchestra; e poi parliamo della forma semicircolare, del fatto che per costruirlo si andasse cercando l'inclinazione naturale del terreno, dell' invenzione del sipario, dell'uso della maschera, delle macchine di scena ( da cui deriva il termine deus ex machina), del fatto che al tempo non si pagasse per assistere alle rappresentazioni teatrali, che queste durassero molto a lungo e che il pubblico qualche volta fosse molto indisciplinato e che in genere la professione dell'attore fosse ritenuta sconveniente.

Questo gioco del teatro è molto coinvolgente ed efficace, soprattutto quando non c'è nessun altro in giro e il teatro è tutto per noi! In Umbria ci sono molti siti in cui si può fare questo con molta soddisfazione: noi recentemente abbiamo visitato il teatro romano di Gubbio.

Il Teatro Romano di Gubbio è il più capiente delle Province dell'Impero; poco più piccolo del Teatro Marcello a Roma. Gubbio diventa municipio romano nell'89 a.c., la città romana si sviluppa nella pianura ai piedi della attuale città di Gubbio, arroccata in età medievale sotto il monte Ingino. Una bella mappa archeologica contenuta all'interno dell'Antiquarium del teatro ce lo testimonia: i resti di domus, ponti, strade, mosaici, iscrizioni varie si trovano tutti nella piana. Il teatro fu costruito probabilmente verso la fine del I sec.a.c., secondo la tecnica del periodo repubblicano, nella zona residenziale della Gubbio romana.
Il teatro aveva due ordini con archi che ne sostenevano la cavea, di cui rimangono in piedi l’ordine inferiore e alcuni archi corrispondenti alla galleria superiore: rimangono originali ventidue scalinate in quattro cunei che scendono all'orchestra ed al proscenio ove si trova il podium, alto un metro, che permetteva di far salire il sipario.
Della frons scaenae rimangono pochi resti, però se si sale in alto si percepisce benissimo lo schema in pianta: aveva due nicchie laterali quadrangolari e una nicchia centrale semicircolare.
Questa idea della scenografia stabile in pietra colpisce la fantasia dei bambini che sono invece abituati a pensare alla scenografia come a qualcosa di rimovibile, magari fatta di cartone o cartapesta...oppure come una proiezione video!
La domanda che mi pongono sempre è perchè questi elementi della scaena non si trovano quasi mai più in piedi...e allora filosofeggiamo sempre sull'azione del tempo, grande scultore, sulle modificazioni che il tempo e l'uomo, attraverso riusi, restauri sapienti o insensati, appongono alla bellezza voluta in un tempo più lontano.
Marguerite Yourcenar dice che quì è tutto l'uomo, la sua collaborazione intelligente con l'universo, la sua lotta contro di esso, e la disfatta finale ove lo spirito e la materia che gli fa da sostegno periscono pressappoco insieme. Il disegno dell'uomo si afferma sin in fondo nella rovina delle cose.
Mutati come il tempo ci muta...ma pur sempre bellissimi!

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